martedì 27 ottobre 2015

Palio di San Jacopo: come sono nati i colori dei Rioni

I primi tentativi nel dopoguerra di rinverdire le antiche tradizioni di Gallicano, furono rivolti soprattutto alle mitiche staffette podistiche che già si svolgevano prima della guerra. 
I ricordi personali mi riportano al 1956 quando partecipai ad una corsa che oggi sembrerebbe inusuale. La competizione aveva luogo al termine della processione di San Jacopo che si svolgeva nel cuore del paese, nella centralissima Via Cavour. 
Il viadotto della Turrite ancora non esisteva ed il percorso degli atleti si sviluppava “ad andata e ritorno”. Infatti i primi staffettisti partivano “sul ponte” imboccando via Cavour fino all’allora negozio Poli, qui il cambio del testimone: avveniva frontalmente e appena ricevuta la torcia luminosa del compagno che lo incrociava, il secondo atleta partiva in senso contrario e dando il cambio successivo sul ponte, gli ultimi staffettisti tagliavano il traguardo davanti al municipio. 
I cambi erano particolarmente difficoltosi perchè, con tratti così brevi, i corridori erano sempre abbastanza vicini ed i quattro in partenza andavano incontro ai quattro compagni in arrivo. 
Si può immaginare la confusione che si verificava, considerando che non c’erano corsie e l’illuminazione era abbastanza carente all’epoca. 
Personalmente ricordo di essere stato investito da un avversario alla partenza, con caduta del testimone che recuperai velocemente, soprattutto non ho mai dimenticato quando arrivai al cambio “dal Poli” in salita con uno degli avversari che, partendomi di fronte in discesa, mi stese al suolo. 
Una delle particolarità di allora era che non esistevano suddivisioni rionali definite e partecipavano numerosi gruppi scelti fra singole località. 
C’erano i rappresentanti di Via Cvour, del Colletto, del Castello, del Muretto, della Mandria, di Via Serchio e così via; tant’è vero che nella stessa serata si svolgevano le fasi elimintatorie e la finale. 
Negli anni successivi, almeno saltuarmente continuò la tradizione della staffetta che cambiò però sfidanti e percorsi. 
Dopo la realizzazione della Via della Repubblica la gara diventò più lunga ed i cambi avvennero regolarmente, trasferendosi nella parte più nuova del paese, con l’arrivo davanti a “Villa Simonini”; la sfida era però soprattutto fra Gallicano ed i paesi vicini, storici avversari. Fino a quando, alla fine degli anni sessanta, l’allora Sindaco dottor Gastone Lucchesi si fece promotore della costituzione del “Comitato per i festeggiamenti di San Jacopo”. 
Il Comitato, che mi volle Presidente, si impegnò in varie manifestazioni, fra cui ebbe spicco un singolare ed apprezzato concorso ippico, ma soprattutto fu ripristinata l’antica tradizione della staffetta paesana. 
Fu in quel periodo che si iniziò a dare un certo ordine alla suddivisione del paese in rioni, che trasse in parte ispirazione dalle antiche contrade di Gallicano. 
Nacquero così quasi spontaneamente, ma già con un certo spirito di sfida, la Roccaforte, la Strettoia, i Bufali e la Dinamite (diventata dopo poco tempo il Monticello). 
Anche il percorso divenne quello attuale, dato che nel frattempo era stato realizzato il viadotto sul torrente Turrite. 
E’ divertente a questo punto ricordare come avvenne la scelta dei colori rionali: qualche giorno prima della manifestazione con altri componenti del Comitato, mi ritrovai, come succedeva frequentemente, presso l’orologeria dell’amico Gualtiero Ponziani, in piazza Vittorio Emanuele, anche lui membro del Comitato. 
In quell’occasione fu rilevato che i rioni non disponevano di un abbigliamento decoroso per gareggiare, così mi recai nel magazzino di Frida Simonini per reperire il necessario; servivano delle cannottiere colorate per distinguere i diversi rioni. 
Fu abbastanza semplice trovare quattro magliette azzurre, quattro verdi, quattro rosse, ma poi quelle colorate erano esaurite e non rimase che prenderne quattro bianche. Tornato in piazza con le cannottiere da assegnare, furono fatti quattro biglietti, ciascuno indicante un colore ed altrettanti con i nomi dei rioni, inseriti in due scatole e chiamato un bambino che passava davanti al negozio del Ponziani, gli facemmo estrarre gli abbinamenti. 
Nessuno ha mai ricordato chi fosse questo piccolo inconsapevole bambino che ha dato il via ad un appassionato attaccamento ai colori rionali. Le manifestazioni di san Jacopo hanno iniziato però ad assumere un’altra veste ed un’altra importanza dagli inzi degli anni settanta, quando fu fondata la Proloco. 
Il nostro paese incominciò a vivere fasi entusiasmanti in particolare nell’ambito del folklore, nella cura dell’immagine e nel recupero delle tradizioni. Era cresciuto l’orgoglio ed il senso di appartenenza al rione, oltre al forte sentimento con cui la popolazione viveva la serata della staffetta. 
I rioni iniziarono fin dal giorno precedente la “Luminara” a scorazzare per il paese con stravaganti figure e sorprendenti marchingegni che esaltavano il proprio rione deridendo gli altri. 
A Sant’Andrea, con Giuliano Brogi, avevamo rivestito di cartone l’Ape di Roberto Biagi, dipingendola e colorandola in modo da assomigliare all’arco conosciuto come “Arco di Francesco V duca di Modena”. 
La realizzazione era stata appositamente eseguita in un’aia adiacente alla strada di Sant’Andrea (l’Aia del Palletta), in modo da esser vista da chiunque per stimolare la creatività degli altri rioni. 
Queste iniziative rionali ebbero un tale successo che spinsero la Proloco nascente a far confrontare i rioni con il loro spirito creativo, la capacità realizzativa ed il grande impegno di tantissimi che hanno portato il Palio nel suo complesso, all’attuale straordinario successo. 

Pierluigi Angelini

"L'Aringo - Il Giornale di Gallicano" - anno 1 numero 2, luglio 2015. "Speciale Palio di San Jacopo"

martedì 13 ottobre 2015

Gli auguri del Sindaco

 
Con estremo piacere do il benvenuto a L’Aringo, questo nuovo mezzo di informazione che si propone di diffondere notizie, aneddoti e curiosità riguardanti l’intero comune di Gallicano:
racconterà le novità, ma avrà uno sguardo attento anche sul passato e sulle nostre tradizioni.
Da subito l’amministrazione comunale ha accolto questo progetto che rientra a pieno titolo nel programma di diffusione dell’informazione e della comunicazione che abbiamo proposto ai Gallicanesi.
Sono felice di sapere che ci sono persone, ricche di curiosità e competenze, che finalmente hanno voglia di portare nelle case di ogni famiglia Gallicanese quanto di interessante c’è da raccontare sul nostro territorio.
Auguro al gruppo di collaboratori de L’Aringo di allargarsi sempre più e che la distribuzione riesca a varcare le soglie del nostro comune.
Ci sono molti compaesani che vivono lontano da qui e che saranno molto lieti e grati di ricevere questo “giornalino paesano” che li aiuterà a sentirsi vicini e a mantenere i legami con le proprie origini.
 
David Saisi – Sindaco di Gallicano
 
"L'Aringo - Il Giornale di Gallicano" - anno 1 numero 1 maggio 2015

domenica 11 ottobre 2015

La Pietra Miliare del Palio: la Proloco


Sicuramente non ci sarebbe stato il Palio di San Jacopo così come lo conosciamo oggi, se non fosse nata a Gallicano la Proloco a cui dobbiamo rendere il merito, insieme ai Rioni, per aver dato lustro e continuità a questa manifestazione . La prima Proloco nacque nel 1971 sotto la spinta di un’aria nuova che si respirava in quegli anni, anni caratterizzati da una rivoluzione economica culturale che si era estesa in tutta Italia, arrivando anche a Gallicano, piccolo paese di provincia dall’animo certamente passionale e vivace, ma con pochi mezzi. 
I soci fondatori della Proloco erano Gallicanesi Doc che capirono le esigenze di una comunità che si voleva sfidare e divertire, e dopo l’idea di competizioni sportive, inventarono il Palio. Erano in tanti, pieni di voglia di fare, e a braccio, visto che i documenti di allora non si trovano più, ne ricordiamo alcuni, Renzo Adami, Gualtiero Ponziani, Silvano Valiensi, Gabriello Simonini, Pierluigi Angelini, Pietrantonio Greco, Moni Donato, il sindaco Gastone Lucchesi, e tanti tanti altri. Nella relazione del primo anno si legge che “l’attività si è particolarmente orientata verso l’organizzazione di manifestazioni folkloristiche, sportive e di carattere vario, anche se, nello stesso tempo non è mancato l’interessamento verso gli Enti competenti per sollecitare la realizzazione delle opere atte al miglioramento ambientale per le quali avevamo preventivato la nostra attenzione”. 


Ancora oggi, è il leitmotiv dell’Associazione, che numerose persone nel tempo, hanno portato avanti, mantenendo l’amore per il territorio e lo spirito goliardico e competitivo di una comunità tutta; hanno continuato imperterrite a lavorare per questa nostra terra e soprattutto per il Palio, che ha dello straordinario pensando all’esiguità della popolazione; in quarant’anni di vita, nonostante difficoltà economiche e contingenti, la Proloco ha svolto un lavoro immane, e insieme ai volontari dei rioni, è riuscita a far sì che il Palio di San Jacopo diventasse quello che conosciamo oggi, uno spettacolo che non ha eguali nella valle, conosciuto e amato da migliaia di persone, che puntualmente arrivano da molte località nelle piazze di Gallicano nelle due fantastiche sere di luglio. 
Il nostro grazie va ad un numero sconfinato di persone che amavano e amano questo nostro paese, dal primo Presidente Renzo Adami all’odierno Sandro Giannoni, non dimenticando Pietrino Fabbri, Valter Vanni, Carlo Della Nina, Umberto Mucci, Guido Montagnani, Luca Landi, Pietrantonio Greco. 


"L'Aringo - Il Giornale di Gallicano" - anno 1 numero 2, luglio 2015. "Speciale Palio di San Jacopo"