giovedì 29 dicembre 2016

La Tina di Verni festeggia 101 anni


Un compleanno è sempre una bella occasione, ma se si festeggiano 101 anni la faccenda diventa quasi solenne: così è stato ieri sera per l'intero paese di Verni che ha festeggiato la sua decana Tina Betti, giunta ormai oltre la soglia del secolo.

Questo 28 dicembre, una gran cena ha riunito i paesani, la festeggiata e la figlia Annamaria per una bella festa con un menù dal sapore internazionale così come è stata la vita di Tina: nata in Scozia da immigrati Italiani , si è trasferita negli Stati Uniti dove ha sposato un militare di stanza a Camp Derby assieme al quale ha trascorso gli anni felici del matrimonio con i figli Annamaria e Riccardo tra Stati Uniti, Germania e Italia.

Alla soglia degli ottanta anni Tina ha trovato residenza stabile nella casa di Verni che fu dei suoi genitori e da allora partecipa alla vita del paese con energia e passione, ricambiata dall'affetto di tutti gli abitanti.

Per questo c'è stato un grande fermento in paese: si è celebrata una ricorrenza straordinaria, straordinaria quanto "nonna" Tina, come era avvenuto lo scorso anno per il suo primo secolo.
 
Auguri da tutta la Redazione L'Aringo.

venerdì 23 dicembre 2016

lunedì 21 novembre 2016

domenica 20 novembre 2016

"Il muro delle Donne". Venerdì 25 novembre l'inaugurazione a Gallicano

L'Associazione culturale L'Aringo, il Comune di Gallicano su invito dell'associazione ONLUS Luna per la Giornata contro la Violenza sulle Donne,, hanno aderito al progetto " Il Muro delle Donne" da realizzare su uno spazio del nostro Comune.

IL MURO DELLE DONNE
Murale dedicato alle tante, troppe vittime di femminicidio, sull’esempio dell’opera creata a Roma sulle mura perimetrali del centro sportivo Benedetto XV, nel quartiere di San Lorenzo.
Saranno 13 le figure stilizzate bianche, tutte uguali, di donne che si tengono per mano quasi a farsi forza l’un l’altra, come 13 sono le vittime di violenza nella provincia di Lucca negli ultimi dieci anni.
Al centro di ognuna è possibile inserire una targhetta riportante il nome della vittima e la data della morte, affinché il murale non sia solamente un ornamento ma un muro della memoria dedicato al ricordo di tutte quelle vite spezzate.
L'Amministrazione ha scelto il muro del sottopassaggio per recarsi all'ipermercato. L'Associazione Culturale L'Aringo si è offerta di preparare il muro arricchendolo con un murales studiato e realizzato volontariamente da Mirko Monti e da suoi due amici.
Le sagome bianche saranno tinteggiate dai 13 ragazzi maschi che fanno parte del Consiglio Comunale dei Ragazzi.
La comunità tutta è invitata all'inaugurazione del muro che si terrà il 25 novembre per la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne.


 

venerdì 4 novembre 2016

Storie dell’altro secolo in Bolognana: la nuova passerella inaugurata nell'agosto del '42

 
Ogni uomo, ogni paese vive storie buone e cattive, partecipa ad eventi positivi e negativi: la nuova passerella è stata sicuramente tra le prime. Collegava le due rive del Serchio tra Bolognana e Fornaci di Barga, proprio all’altezza della stazione ferroviaria ed un par di botteghe per il mangiare e si può usare il tempo passato perchè solo dal 2001 è stata sostituita da un nuovo ponte.
Racconta l’ultranovantenne Renzo che “ancor prima della SMI degli Orlando che si insediò a Fornaci nel 1915, funzionava una barca con corda per tirarla ... era un servizio su prenotazione che teneva mia nonna Nicolina Cecconi, che stava giù verso l’argine ... tutti la chiamavano Nicolà. Ricordo che quelli che arrivavano dall’altra parte e traghettavano verso Bolognana ... venivano chiamati fiorentini, forse perchè i barghigiani avevano a che fare con Firenze”. Anche a Turritecava c’era un altro servizio di barca per passare il fiume verso Ponte all’Ania. Poi venne costruita una passerella con due ripide discese dalle sponde che erano abbastanza alte sull’acqua e tra due piloni c’era un impiantito di legno su cavi d’acciaio, largo un paio di metri: ci sono ancora foto d’epoca nel circolo di paese e bar pasticceria proprio in corrispondenza della scesa e che non poteva non chiamarsi “la passerella”. “... ogni volta che veniva la piena la portava via e c’era bisogno da ricomodàlla: la passerella era stata commissionata alla ditta Egeo Lazzerini di Gallicano”.
Nell’agosto del 1942 - proprio in mezzo alla guerra che a quell’epoca però era parecchio lontana - una nuova passarella in cemento armato, alta sull’acqua e larga quanto serviva per il passaggio delle auto, fu fatta costruire dagli Orlando, quasi in senso di rispetto e sicuramente per aiuto ai tanti che lavoravano alla Metallurgica e che ogni giorno ci arrivavano a piedi ed in bicicletta.
Solo di Bolognana la usavano quasi in dugento, ci lavoravano intere famiglie” dice il Poli, all’epoca diciannovenne e così dà senso al rapporto che il paese - ed anche Gallicano, Vallico e Cardoso per citare i più vicini - ha sempre avuto con la Metallurgica. “Anche il mì babbo lavorava alla SMI, era stato alpino nella prima guerra mondiale ed anche la mamma Elena ci aveva lavorato, ma da militarizzata durante la guerra, quando servivano le donne; io ci sono entrato per la prima volta nel ‘35 a dodici anni, poi fui mandato via perche non si poteva lavorare sotto i quattordici. Ci tornai nel 1937: fino alla pensione sono entrato ben sei volte in quella fabbrica ma ho lavorato anche all’Arsenale a San Pietro in Campo”.
Anche se non lo dice apertamente, probabilmente perchè non era del tutto coerente con i dettami politico sindacali richiesti. La passerella fu spesso bombardata dagli alleati, ma mai presa in pieno e distrutta, mentre era stato più facile abbattere i capannoni della fabbrica, come avvenne la sera del 29 settembre 1944. Solo i tedeschi, in una delle loro due ritirate verso l’alta Garfagnana, la minarono e la buttarono giù: “era il 1 ottobre 1944”, poi una campata fu distrutta anche dagli americani durante una controffensiva tedesca.
Del resto anche la centrale idroelettrica della SELT Valdarno ed un magazzino di polvere nera della SIPE, nel paese di Gallicano, furono minati dai tedeschi e danneggiati il 28 o 29 settembre. Le parti ricostruite in legno rimasero fino al 1950, quando la Provincia di Lucca le rispristinò: ricostruita quasi larga come prima, tanto che ci passavano solo le macchine più piccole e non certo i camion, la “passerella” è rimasta in uso fino al 2001, quando è arrivata la versione attuale. Ma questa è un’altra storia, contemporanea.
 
Articolo di Adolfo Moni tratto da L'Aringo - Il Giornale di Gallicano

giovedì 13 ottobre 2016

Giuseppe Simonini torna a Gallicano, "L'Aringo" lo incontra

Una bella sorpresa!
Oggi ci siamo incontrati con Giuseppe (Joe) Simonini, dopo il bell'articolo di Michela Saisi nella rubrica "Gallicano presente ovunque" dedicato proprio a Beppino (com'è conosciuto a Gallicano), il destino ha voluto che da Londra giungesse in questi giorni a Gallicano. Impossibile non incontrarlo per consegnarli personalmente una copia de "L'Aringo" appena uscito. Un incontro piacevole dove attraverso la sua autobiografia ("It started in Tuscany") sono tornati a galla i ricordi di una vita da emigrante e di una Gallicano che fu e nonostante siano passati 58 anni dalla sua partenza, prima per la Germania e poi per l'Inghilterra, Giuseppe si sente ancora gallicanese più che mai.
Noi lo ringraziamo dal profondo del cuore per aver portato il buon nome di Gallicano in giro per il mondo. In foto Paolo Marzi, Michela Saisi ( con una copia de L'Aringo), Giuseppe Simonini (con la sua autobiografia) e la moglie Christine.



mercoledì 12 ottobre 2016

Essere Donna Oggi: esce il libro "Antologia prima edizione 2016". Racconti e poesie sulle donne

La nostra associazione culturale, insieme al comune di Gallicano e la casa editrice Tra Le righe Libri è stata fra gli organizzatori della prima edizione del premio letterario "Essere Donna Oggi".
Nei giorni scorsi è uscito il libro: "Antologia Prima edizione 2016" bellissimo volume che contiene i racconti di Monica Dini, Silvia Redini, Giuliana Ricci, Bruno Giannoni, Luisa Lippi, Linda Lercari e Simonetta Simonetti.
Le poesie di Tiziana Lunardi, Bona Fiori, Floreana Nativo, Luigi Lemetti e della nostra presidente-poetessa Antonella Cassettari. Presente anche un diario di una donna emigrante negli anni sessanta in Australia.
Il libro è dedicato a Vanessa Simonini che come tutti sanno fu vittima di femminicidio



domenica 9 ottobre 2016

Due giorni belli ed intensi:Il resoconto del premio letterario "Essere donna oggi"

Momenti conviviali con Giuliana Sgrena , Alessia Sorgato
e Merilia Ciconte e tanti altri amici
Ieri sera si sono conclusi due giorni veramente belli ed intensi. Il primo premio letterario "Essere donna oggi" è costato molte fatiche che sono state ripagate da un vero successo della manifestazione. L'Associazione culturale L'Aringo, l'Amministrazione Comunale di Gallicano e Tra Le Righe Libri di Andrea Giannasi sono lieti di aver portato nella nostra comunità personalità di spessore culturale notevole. Forte e crudo l'intervento di Giuliana Sgrena alla sala CIAF, coinvolgente ed appassionante la lezione di vita che Alessia Sorgato ha dato ai ragazzi ( e non solo) delle scuole medie, vera e sanguigna come le nostre montagne la testimonianza di Normanna Albertini, senza nemmeno scordarsi di Virginio Monti che ci ha raccontato la vita di una donna epica e anche Massimo Ceresa che ci ha illustrato il fenomeno Femen. Ma ci è impossibile non citare Paolo Miggiano e il suo libro "Ali spezzate"(premiato come miglior libro d'inchiesta).
A tavola con Paolo Miggiano e  Dalila Speziga
Nel corso del premio letterario è stato consegnato anche il premio "L'Aringo- il giornale di Gallicano". Il premio è stato assegnato al romanzo "Una volta l'estate" (edito da Meridiano Zero) di Ilaria Palomba e Luigi Annibaldi. Il riconoscimento è stato consegnato dalle mani del presidente e dal vice presidente dell'Associazione culturale L'Aringo, rispettivamente Antonella Cassettari e Paolo Marzi. L'associazione intera, inoltre vuole dire un grazie grosso come una casa a coloro che in questi due giorni sono rimasti nell'ombra e che ci hanno fornito il loro fondamentale aiuto: Giulio Baldacci e Sara Greco. Inoltre ricorderemo ben volentieri tutti gli altri amici conosciuti (oltre ai già citati) da Dalila Speziga (vincitrice del premio Vanessa Simonini), Merilia Ciconte (che ricevuto il contratto di edizione con Tra le Righe Libri) e Simonetta Simonetti (.premio Centro di Ascolto “Non ti scordar di te”) al libro “Emma e i suoi figli”. Non ci resta che dire che noi il prossimo anno saremo sempre qua, pronti ad accogliervi tutti a braccia aperte
Ecco dunque un po' di foto a ricordo di due giorni bellissimi


 
 

 

mercoledì 5 ottobre 2016

Un nuovo scoppientante numero de L'Aringo-il giornale di Gallicano in uscita

Da stasera in tutte le case dei gallicanesi. L'Aringo - il giornale di Gallicano n 7, un numero ricco di articoli curiosi ed interessanti, si parla di come era la scuola dei nostri nonni nel lontano 1940, inoltre ci sarà un bell'articolo sulla nuova casa famiglia "Il sole dentro" e ancora ricorderemo nella rubrica "i personaggi" l'indimenticato maestro Febo Donnini e il poeta Angelo Moriconi di Fiattone e tanto, tanto altro ancora...
 

venerdì 30 settembre 2016

Un compleanno speciale. I 105 anni della stazione Barga-Gallicano

la nuova stazione di Barga- Gallicano

Il 25 luglio 1911 è una di quelle date che senza ombra di dubbio in Garfagnana e non solamente a Gallicano si può definire storica non avendo paura di esagerare, anzi meglio ancora, oserei definirla data epocale, fondamentale e proprio per questo merita veramente di essere ricordata a pochi giorni dalla sua 105a ricorrenza.
Infatti era un afoso martedì mattina, quando proprio per la festività del patrono San Jacopo per la prima volta il treno giunse nella nuovissima stazione ferroviaria denominata Barga – Gallicano fra ali di gente festante e nel tripudio generale. Il destino e la conformazione del territorio la volle così situata nella località barghigiana di Mologno, atta a servire i due abitati, posta geograficamente, come se tutto fosse voluto a metà strada tra i due borghi da cui prende il nome.
Fu così che finalmente anche Gallicano ebbe il suo collegamento diretto con il mondo, con nuovi commerci e con le grandi città attraverso il mezzo più veloce che esisteva al tempo: il treno.
Le cronache dell'epoca dicono che un sole ridente dette il benvenuto a quel lontano martedì mattina di oltre un secolo fa, tant'è che il treno giunse puntuale in stazione alle 10:16.Lo sbuffo della locomotiva GR 290 e il suo sferragliare forte delle carrozze mandò in visibilio le centinaia di cittadini che erano venuti ad assistere allo straordinario evento.
La festa fu grande in ogni nuova stazione della valle, particolare fu la sosta nella “nostra” stazione dove le due cittadinanze di Gallicano e Barga rivali per antonomasia, quella volta si strinsero in un fraterno ed unico abbraccio, erano infatti accomunati non solo dai festeggiamenti ma purtroppo anche da ferme proteste. Da un lato la festa quel giorno fu doppia per entrambi i paesi, c'era naturalmente da celebrare l'arrivo del treno, un evento sociale senza precedenti, inoltre per le due popolazioni ricorreva anche la solennità dei Santi Patroni: San Jacopo per Gallicano e San Cristoforo per Barga.
Ma dall'altro lato quello che le univa era altresi la protesta per un adeguata e confortevole via di comunicazione per raggiungere la stazione. I gallicanesi per arrivare a prendere il treno dovevano attraversare il fiume Serchio con il barcaiolo e chiedevano la costruzione di un ponte che agevolasse il giungere in Mologno.
Il ponte però fu costruito solamente nel 1923, ben dodici anni dopo da quel gioioso giorno e fu soprannominato ironicamente “il ponte dei sospiri” (da tanto che fu bramato), oggi è ancora lì ed è semplicemente conosciuto come il Ponte di Gallicano. I barghigiani dal canto suo avevano il solito tipo di problema, raggiungere agevolmente e nel più breve tempo possibile la stazione e per questo tennero una veemente manifestazione per accelerare la costruenda strada del Piangrande.
Importante fu anche la fermata a Castelvecchio, dove purtroppo mancava un illustre partecipante, quel Giovanni Pascoli forse assente per polemiche e dissidi con l'amministrazione comunale di Barga per mere questioni politiche. Castelnuovo invece era imbandierata a festa, da tutta la Garfagnana era accorsi per vedere il treno, la festa prosegui in un memorabile ballo in maschera che si tenne in uno splendente teatro Alfieri. Ma quante tribolazioni! Quanti scontri! Quanto penare per poter inaugurare quella benedetta tratta ferroviaria che da Fornoli portava a Castelnuovo. Raccontiamo brevemente allora come si arrivò a questo sognato 25 luglio 1911. Prima di quel giorno il treno arrivava solamente fino a Fornoli, la ferrovia era già li dal 1898, la Garfagnana era invece stata dimenticata da tutti, eravamo considerati una terra di nessuno.
Dopo l'unità d'Italia fummo annessi alla provincia di Massa e li abbandonati, ogni promessa e ogni progetto cadeva come foglia morta, per fortuna però c'erano ancora persone che credevano in una rivalsa della valle: sindaci, giornalisti illustri e personalità influentii della zona iniziarono una battaglia per la Garfagnana e il suo futuro che poteva passare solo attraverso la cosiddetta vie ferrata. Nel 1892 all'ennesimo rifiuto dello stato per avere finanziamenti sulla ferrovia ci fu la prima protesta, il tipografo Agostino Rosa percorse le vie di Castelnuovo in un corteo dove capeggiava il motto"Abbasso il governo della lesina (n.d.r: spilorcio)" questo creò molti problemi a Rosa, ma la politica fatta al tempo da uomini veri non lo abbandonò e scese nuovamente in piazza insieme a lui in un dibattito pubblico contro il governo centrale. Venne così poi anche il 9 dicembre 1894, l'anno della svolta e della consapevolezza perchè Lucca accolse fra le sue braccia migliaia di garfagnini che sfilarono per le vie della città, fu un abbraccio politico e culturale dove la stessa Lucca appoggiò in tutto e per tutto la Garfagnana. Il nuovo secolo in compenso non portò a niente di buono, le lotte si fecero più aspre e dure, però si raggiunse un importante unità d'intenti, un'alleanza fra Barga, Gallicano e Castelnuovo, che ebbe il suo apice in un incontro pubblico nel capoluogo garfagnino il 9 settembre 1900. Ma ancora il governo di Roma non sentiva storie e non faceva un bel niente.
Nel 1904 per tutta risposta i sindaci della Valle del Serchio riuniti nella Rocca Ariostesca minacciarono in toto le dimissioni se qualcosa non si fosse mosso per la sospirata ferrovia e finalmente uno spiraglio si aprì. Il ministero concedette alcune aperture, ma poi come è nella mala consuetudine della politica il parlamento si rimangiò ogni promessa e peggio ancora ventilò la sospensione definitiva di ogni lavoro. Fu la goccia che fece traboccare il vaso, il pandemonio totale, giorni come questi pochi se ne ricordano nella valle, scoppiò la protesta in tutta la sua violenza. Centinaia di cittadini scesero in piazza creando non pochi problemi e disagi.
Le manifestazioni si fecero dure, i giornali dell'epoca riferivano di un forte aumento delle tensioni, da Lucca fu inviato perfino l'esercito, uno squadrone del XVI Reggimento di Cavalleria Reale invase letteralmente la valle per sopprime le rivolte, presidiare la zona e dar man forte ai Carabinieri.
A Camporgiano una manifestazione non autorizzata fu dispersa con l'aiuto della cavalleria stessa, decine furono gli arrestati fra questi addirittura Leonardo Mordini, figlio dell'esimio garibaldino di Barga che fu rilasciato nell'imbarazzo generale. La situazione era arrivata a un momento che doveva trovare una soluzione sola, la Garfagnana e la Valle del Serchio tenevano troppo alla loro ferrovia e in nessun modo vi avrebbero rinunciato.
Anche a Roma capirono che finalmente era arrivato il momento di desistere. Le notizie delle sommosse popolari in Garfagnana giunsero in sede parlamentare e furono così trovati magicamente i fondi per portare almeno fino a Castelnuovo Garfagnana la linea ferroviaria. Si concluse così un epica storia d'altri tempi, si assistette in quegli anni alla costruzione del futuro di una terra che chiedeva attenzione per i propri figli.La Garfagnana non voleva essere emarginata e dimenticata e fu solo grazie all'amore, alla passione e alle dedizione di tante persone che una valle intera raggiunse, seppur tra mille fatiche e patimenti il suo scopo.
 
Paolo Marzi

L'Aringo dona ancora una nuova teca per defibrillatore agli amici di Cardoso

 
Ancora una volta l'Associazione culturale L'Aringo si dimostra più che sensibile  al bene della comunità e dopo aver donato a marzo 2016 la teca per il defibrillatore al paese di Gallicano situato all'esterno della palestra comunale, ha creduto di ripetersi donando ancora una teca agli amici di Cardoso.
Il 24 settembre il nostro presidente Antonella Cassettari, insieme al sindaco Saisi e ai vari rappresentanti ha presenziato all'inaugurazione. Si ricorda che i defibrillatori sono donati dall'Associazione "Amici del Cuore".

mercoledì 28 settembre 2016

L'Associazione culturale L'Aringo, Tra Righe Libri e il Comune di Gallicano sono lieti di presentarvi il Premio letterario "Essere donna oggi".

 
GALLICANO 7-8 OTTOBRE

La prima edizione del Premio Letterario "Essere Donna Oggi", organizzato dall’amministrazione comunale di Gallicano, in collaborazione con Tra le righe libri e il giornale L’ARINGO presenta la cinquina finale che si contenderà il primo premio : 
Ali spezzate di Paolo Miggiano (Di Girolamo), Il commercio di angeli rosa di Dalida Speziga (Miotti), Una volta l’estate di Ilaria Palomba e Luigi Annibaldi (Meridiano Zero), Quattro alberi di Magnolia di Rita Pani (EpiKa), Emma e i suoi figli di Simonetta Simonetti (Tra le righe), La cura dell’attesa di Maria Pia Romano (Lupo).
Nel pomeriggio del sabato verranno, insieme al primo premio, consegnati anche il Premio “L’Aringo” – il giornale di Gallicano –, il Premio del “Centro di ascolto” a cura dell’associazione “Non ti scordar di te” e il Premio “Vanessa” dedicata a Vanessa Simonini vittima di femminicidio la sera del 7 dicembre del 2009.
Tra gli ospiti Giuliana Sgrena, Alessia Sorgato, Normanna Albertini e Massimo Ceresa.



venerdì 23 settembre 2016

DONNE, imprenditrici agricole

 
Fino a pochi decenni orsono le aziende agricole erano sempre state gestite da conduttori uomini, mentre le donne avevano solo un ruolo marginale, anche se, oltre ad accudire la casa e la famiglia, coadiuvavano nell’azienda in prima persona..
Oggi invece le donne si sono ritagliate un ruolo primario nel mondo rurale, uno dei pochi, ma di grande importanza di cambiamento e innovazione, infatti è proprio la presenza femminile che risalta nella gestione delle aziende agricole. E anche nel nostro comune abbiamo una bella testimonianza di imprenditrice in agricoltura, specializzata nel settore acquicoltura e ristorazione: Anna Lorenzi, una giovane che, insieme a una sorella e due fratelli, gestisce l’azienda di allevamento trote “La Jara”, lasciatagli dal padre, che aveva iniziato questa attività nel 1982. Anna, sposata con tre figli, residente nella frazione di Perpoli, ogni mattina si reca presso l’allevamento ittico in loc. Crocette in Comune di Gallicano. Lei e un fratello, oltre ad allevare trote, gestiscono un agriturismo, poco distante dall’azienda, proprio vicino all’antico Eremo di Calomini.
Il loro lavoro consiste principalmente nell’allevare trote per la vendita, ma vengono anche consumate nel ristorantino tipico del loro agriturismo. Inoltre allevano polli, galline da uova, anatre e oche. Nel ricco menù dell’agriturismo i piatti serviti sono tutti a chilometro zero, perché preparati con i loro prodotti aziendali. Inoltre, insieme all’altro fratello e sorella, che gestiscono l’altra metà dell’allevamento trote, hanno un laboratorio di trasformazione del prodotto: filetto di trota e filetto di trota affumicata.
Un vanto imprenditoriale visto che, pur avendo una piccola produzione, è l’unica azienda dell’ Italia Centro sud che produce filetti di trota affumicata. E anche queste prelibatezze si ritrovano nei vari piatti del ristorante come antipasti, primi e secondi, insieme alla antica, tradizionale e gustosa ricetta della trota marinata di Gallicano.
Particolare importanza e attenzione nella società odierna si meritano le caratteristiche organolettiche delle trote allevate nella Valle del Serchio. I nostri allevamenti di trote sono alimentati da acque pure e molto ossigenate dai torrenti di montagna con grandi sbalzi di temperature fra inverno ed estate, rispetto ai grandi allevamenti ittici del Veneto e del Lazio che hanno acque sorgive con temperature sempre costanti e tutto ciò comporta che per  produrre una trota di pezzatura commerciale che si aggira su tre-quattro etti di peso occorre un anno di tempo, mentre nei grandi allevamenti riescono ad ottenere lo stesso risutlato in circa sei mesi.
Questa diversità è data dal fattoche l’acqua dei nostri torrenti in inverno raggiunge temperature al di sotto degli otto gradi e con quelle temperature le trote non si alimentano. Inoltre i nostri allevamenti ittici della valle del Serchio, come pure i torrenti, sono immuni da due virosi che colpiscono le trote, la Setticemia emorragica (SEV) e Necrosi Pancreatica infettiva (NPI), meritandosi la certificazione europea di “zona indenne dalle malattie della trota (decisione n°2003/458/CE)”. Un riconoscimento che solo poche aree in Europa possono vantare. Tutto questo rende le trote, allevate nei nostri torrenti, eccellenti da tutti i punti di vista, sia sanitari che organolettici, portando beneficio salutistico nella nostra alimentazione, proprio perché sono pesci che vivono solo in acque incontaminate, prive diogni forma di inquinamento. La nostra trota contiene un basso contenuto di colesterolo e le sue carni sono indicate nell’alimentazione dei bambini.
Ma nonostante l’eccellente prodotto non mancano le difficoltà per gli allevatori. Ad oggi infatti, alcuni allevamenti ittici di trote in Garfagnana hanno cessato, e altri hanno ridotto la loro attività, a causa della calamità di forti piogge del 2013. Ci furono inondazioni, frane con conseguente riempimento delle vasche di terra e sassi portati dalla piena.
Anche l’allevamento ittico di Anna Lorenzi e fratelli fu fortemente danneggiato da questo evento calamitoso: la frana a monte del canale Ruffa, oltre a riempire le vasche da fango e detriti, non portò più acqua a sufficienza, causando la morte di tutte le trote in allevamento, compreso circa trenta quintali di trote adulte da riproduzione. Ancora oggi l’allevamento produce metà prodotto rispetto a prima dell’evento calamitoso 2013.
La sola speranza, come promesso da enti preposti, è il ripristino della frana sul torrente Ruffa, in modo da riavere acqua a sufficienza per le vasche a tutt’oggi vuote e poter finalmente riprendere a pieno l’attività.

 Ivo Poli

venerdì 9 settembre 2016

L'Aringo numero 6 - versione digitale

In attesa del numero di settembre 2016, postiamo per tutti la versione digitale del numero 6. Buona lettura!


mercoledì 20 luglio 2016

L'Associazione culturale L'Aringo presenta: le Rockladies Acoustic Duo

L'Associazione Culturale L'Aringo con il patrocinio del Comune di Gallicano presenta per la serata del 24 luglio (dopo la processione di San Jacopo) in piazza Caponetto le "Rockladies Acoustic Duo", voce Sara Do, chitarra acustica e loopstation Micol Barsanti. Una serata di divertimento e buona musica


martedì 12 luglio 2016

Il Motore pulsante del Palio

È quasi luglio e luglio a Gallicano è sinonimo di Palio.
Un evento che ha dello straordinario se pensiamo che questo piccolo paese mette in piedi uno spettacolo che fa invidia alle più blasonate compagnie multispettacolo in giro per il mondo.
Il Palio è uno e trino contemporaneamente, è difficile capirne il senso per chi non è nato sotto i colori dei rioni, perchè di fatto sono i tre rioni a compiere un miracolo ogni anno. Bufali Monticello e Borgo Antico, eccoli qua i veri protagonosti, per ognuno di loro il Palio infatti è materia viva, è come l’aratro che traccia il solco attraversando in verticale la vita di ogni gallicanese, dalla nascita al volo finale.
Sono loro che ballano se vogliono ballare, sono loro che intessono la trama e l’ordito del cencio, per loro il Palio rappresenta tutto, gioia, luce, armonia e tripudio se riescono ad alleviare le loro pene con la vittoria, e usano di tutto, anche inganno, guerra, sotterfugio.
I tre rioni conoscono molto poco la sportività, ciascuno deve fare la propria parte per complicare la vita ai rivali, perchè di fatto non ci sono secondi e terzi posti, il Palio o si vince o si perde; con tutto ciò, c’è comunque molto rispetto per chi “porta i carri in piazza” essendo ogni anno sempre più difficile tirare le fila dei rioni, perchè, anche se tutti si sentono parte di qualcosa, in realtà sono pochissime le persone che lavorano costantemente tutto l’anno all’interno del rione e che permettono la realizzazione del progetto.
Sono pochi per davvero che hanno le responsabilità e il peso del Palio sulle spalle, che trainano tutto il resto, che oltre a pensare al tema, a cucire, a lavorare ai carri, a truccare, a scegliere musiche, a ideare le coreografie, a coordinare le gare sportive, si sobbarcano un complicato lavoro di gestione sia economica che di figuranti, e spesso ahimè, invece di essere ringraziati, sono criticati per le scelte e per le sconfitte.
Si riduce tutto, sommando tra tutti e tre i rioni, a forse una trentina di personaggi, che nel bene e nel male si occupano di Palio tutto l’anno, trenta persone che respirano vittorie, delusioni e brillantini, persone che da una vita sono lì, a disposizione di tutti, che con pazienza ascoltano le idee, le lamentele, compattano il gruppo e stimolano la creatività di Gallicano.
E il Palio, che è l’anima di Gallicano, pesa molto e ha un valore inestimabile, ma spesso si blocca proprio per il poco ricambio ai vertici dei rioni; in tanti parlano, in tanti giocano, in tanti amano il Palio ma il Palio lo si deve a questo gruppo di appassionati forsennati che ogni tanto si stancano e smettono.
Mi permetto di dare un consiglio ai gallicanesi che di fatto si aspettano che il Palio duri in eterno: supportate e aiutate chi è sempre presente, chi è a disposizione dei contradaioli, e cercate pure di imparare il mestiere, fare il Palio non è una passeggiata!
Queste persone sono le vere bandiere di Bufali, Monticello e Borgo Antico e fanno girare il motore pulsante del Palio di San Jacopo.
Palio Docet.
 
Quella Bufala

mercoledì 29 giugno 2016

E' uscito il nuovo numero de "L'Aringo - il giornale di Gallicano". Da oggi in tutte le case dei gallicanesi

Da oggi è in consegna in tutte le case dei gallicanesi il nuovo numero de "L'Aringo - il giornale di Gallicano". Tanti gli argomenti trattati: cultura, storia, tradizione, natura, fino ad arrivare ai fatti di oggi. Buona lettura! 
 
 

giovedì 26 maggio 2016

L'Aringo numero 5 - versione digitale

In attesa del numero di giugno 2016, postiamo per tutti la versione digitale del numero 5. Buona lettura!


domenica 22 maggio 2016

Buon compleanno Aringo !!!

E' già passato un anno e proprio il 22 maggio dello scorso anno iniziava una avventura che già ci ha portato molte soddisfazioni I resoconti dopo un solo anno di vita è impossibile farli e quindi non ci rimane che dire grazie a tutti gli abitanti del comune di Gallicano che puntualmente ci dicono bravi per il lavoro svolto. Auguri Aringo e cento di questi giorni !!!


sabato 21 maggio 2016

L'Aringo-il giornale di Gallicano aiuta San Jacopo

Dopo varie indicazioni l'Associazione culturale L'Aringo in merito all'iniziativa del Governo di mettere a disposizione 150 milioni di euro per il recupero di luoghi culturali (e non solo) ha deciso di appoggiare la proposta di Don Fiorenzo e del C.P.A.E (Consiglio parrocchiale per gli Affari Economici) per il recupero della Chiesa di San Jacopo.
Si segnala la necessità di un restauro conservativo del duomo, luogo di culto, di pregio storico e artistico.
Gli interventi da fare sono molti: l'impianto elettrico, la riparazione della copertura, tinteggiatura, ripulitura della facciata.
Crediamo di fare cosa gradita a tutti, pertanto invieremo all'indirizzo di mail bellezza@governo.it la nostra segnalazione.
San Jacopo è li che domina Gallicano da secoli e secoli, ha visto i matrimoni dei nostri genitori e le comunioni dei nostri figli, insomma San Jacopo è nel cuore di tutti i gallicanesi.
Inviate anche voi un e-mail a bellezza@governo.it (Vi terremo informati sugli sviluppi)



martedì 10 maggio 2016

Un'opportunità da sfruttare: bellezza@governo.it

Un opportunità da sfruttare. E' notizia di ieri che il Governo mette a disposizione 150 milioni di euro per il recupero dei luoghi culturali.
C'è tempo fino al prossimo 31 maggio per segnalare all'indirizzo di posta elettronica bellezza@governo.it un luogo pubblico da recuperare, ristrutturare o reinventare per il bene della collettività.
L'Associazione culturale L'Aringo si vuol far portavoce dei gallicanesi per segnalare sul sito predisposto dal governo un luogo da salvare (o altro).
Per questo chiunque volesse segnalare nel nostro comune un posto, un monumento o quanto altro credete meritevole è pregato di segnalarlo sulla nostra pagina facebook o inviare una mail al nostro indirizzo di posta elettronica redazionearingo@gmail.com.
Guarderemo quello che viene fuori fra tutte le proposte che ci invierete. Il 31 maggio così manderemo una relazione scritta sul bene da recuperare nella speranza che venga selezionato.
Vi terremo eventualmente informati sugli sviluppi.
 

foto Stefano Colognori

mercoledì 27 aprile 2016

Gallicano ieri e oggi

Ecco il solito luogo: Piazza della Posta e il "monumento". Una foto degli anni '30 del 1900 e l'altra è del 1969... A voi le differenze...



lunedì 21 marzo 2016

E' uscito il nuovo numero de "L'Aringo - il giornale di Gallicano" Da domani in tutte le case dei gallicanesi

E' uscito il nuovo numero de "L'Aringo-il giornale di Gallicano", il numero 5, con la grande novità di quattro pagine in più. Bellissimi articoli anche questa volta: il nuovo direttore Floriano Moni saluta i lettori nel suo editoriale,inoltre festeggeremo il primo anno di vita del nostro giornale, in più articoli sulla storia del restaurato Ponte Canale di Francesco V, sulla Pasqua e tanto, tanto altro ancora e non poteva mancare la bellissima poesia de "laP". 
Da domani comincerà quindi la consegna di questo appassionante numero



venerdì 18 marzo 2016

Inviaci la tua foto per un futuro Archivio fotografico di Gallicano

L'Associazione Culturale L'Aringo si vuol fare promotrice di un Archivio fotografico di Gallicano a futura memoria per le nuove generazioni. 
Chiediamo così la collaborazione di tutti i cittadini per inviarci foto di luoghi, di feste, di famiglia, di scuola o quant'altro crediate utile in questo senso. 
Insieme all'eventuale foto chiediamo anche due righe di spiegazione. Una volta raccolte tutte le foto sarà possibile in futuro fare una mostra ed un archivio telematico permanente. 
Chi volesse inviare foto è pregato di farlo a questo indirizzo mail redazionearingo@gmail.com Crediamo in questo modo di far cosa gradita a tutta la comunità.





martedì 15 marzo 2016

Inaugurato il nuovo defibrillatore presso la palestra comunale

Una bella condivisione d'intenti a favore di tutta la comunità. Oggi l'Associazione culturale l'Aringo,l'Amministrazione Comunale e gli Amici del Cuore  hanno inaugurato alla presenza del sindaco David Saisi, del presidente degli Amici del Cuore il dottor Mauro Campani e del nostro presidente Antonella Cassettari la messa in atto del nuovo defibrillatore posizionato presso la palestra comunale di Gallicano.
Orgogliosi di aver donato la teca per questo prezioso strumento.Un ringraziamento particolare va agli sbandieratori che hanno allietato l'evento con la loro esibizione e all'instancabile Giulio Baldacci Veramente una bella giornata. Grazie a tutti!!!


 

sabato 12 marzo 2016

L' Associazione Culturale l'Aringo dona la teca per il defibrillatore

L'Associazione Culturale l 'Aringo è lieta di comunicare la donazione del supporto teca per il defibrillatore, donato alla nostra comunità dall'Associazione Amici del Cuore. Invita quindi tutta la cittadinanza martedì 15 marzo alle ore 18 presso la palestra comunale di Gallicano. Il defibrillatore sarà infatti collocato sul muro esterno della palestra stessa, luogo dove si svolgono molte attività sportive.
Una grande soddisfazione che ci rende orgogliosi di noi stessi e della nostra comunità.

venerdì 4 marzo 2016

Non ti scordar di Te. In una comunità unita anche dal male può nascere il bene

A proposito di Fiaccolata sorge spontaneoil ricordo amaro per la nostraComunità, l’uccisione di una
giovane ragazza, la nostra Vanessa Simonini, proprio nella sera della Fiaccolata di sei anni fa, ma anche dal male e dal dolore può nascere il bene e la grande opera di sensibilizzare le persone, infatti sull’onda di quell’omicidio a Gallicano si è costituita legalmente un’associazione che di fatto operava già sul territorio da quel giorno lontano, un giorno triste che riempì di angoscia la nostra piccola
comunità, si chiama “Non ti scordar di te”. È stato un traguardo naturale del percorso iniziato nel 2009, quando alcune donne della Valle del Serchio sentirono il bisogno e l’urgenza di rispondere
collettivamente al femminicidio della giovane Vanessa Simonini. Nacque “Vanessa siamo noi”, un progetto sostenuto dal Comune di Gallicano e cofinanziato dalla Regione Toscana
Il progetto animò un dibattito pubblico sul tema della violenza contro le donne coinvolgendo la cittadinanza e le studentesse e gli studenti delle scuole superiori della Valle del Serchio e realizzò
un percorso di formazione per donne volontarie finalizzato all’apertura di uno sportello di ascolto e di orientamento ai servizi “dedicati” rivolto alle donne vittime di violenza. Le donne di allora, insieme ad altre che si sono avvicinate in questi anni di attività, dopo aver operato grazie alla disponibilità e all’accoglienza dell’associazione Ghibli che ha permesso l’a- Ed è proprio l’aiuto reciproco della comunità che mi fa parlare di un’altra associazione importantissima che opera nel Comune di Gallicano, “Il Filo d’Arianna”. Forse non tutti conoscono il grande lavoro che esercita non solo per Gallicano, ma per tutta la Valle. Partiamo da lontano, da quando nel 2004 con l’interessamento dell’Amministrazione e tramite un progetto Europeo in collaborazione con l’Ex Gal,
l’associazione di promozione sociale che si occupava di Salute Mentale con sede a Fornaci di Barga, riuscì a ottenere il Contributo del Progetto Europeo che le permise di uscire dal Centro si Salute Mentale e operare sul Territorio. Nacque così “Il Filo d’Arianna”, che può essere paragonata ad una casa famiglia sul territorio per tutti i disagi mentali di persone con problemi, per permettere un reinserimento sociale di tutti gli utenti che sono molti.Opera con diversi metodi, progetti manuali e condivisi. Maria Stella Pieroni, presidente dell’Associazione, ci illustra con entusiasmo i
vari laboratori: “Il laboratorio di ceramica produce, dall’inizio alla fine del processo, manufatti di
ceramica di altà qualità, grazie ad un forno e alle mani esperte di chi frequenta. Da anni, attraverso il passaparola, le creazioni in ceramica sono richieste per matrimoni, battesimi, comunioni, per dare un tocco di originalità e rappresentano la voglia di fare di molte persone in difficoltà.
Il laboratorio di legno nasce nel 2012 in collaborazione con Ingegneria del Buon Sollazzo di Firenze con la volontà di riscoprire il gioco attraverso i giochi di una volta. I giochi artigianali in legno sono prodotti interamente a mano e fabbricati dai partecipanti al laboratorio con cura e attenzione. Il progetto si propone anche per Animazioni nelle piazze e feste di ogni tipo, divertono i bambini e gli adulti e fanno voglia di giocare insieme. Tutti i laboratori sono in collaborazione pertura dello sportello nell’anno 2011, hanno deciso di costituirsi in associazione “Non ti scordar di te” e di continuare ad impegnarsi per contrastare la violenza contro le donne, attraverso la promozione di percorsi di sensibilizzazione rivolti alle/ai giovani e alla cittadinanza e la riapertura al pubblico
del punto di ascolto, rimasto attivo nei mesi scorsi solo su appuntamento con segreteria telefonica.
Mercoledì 11 novembre lo sportello ha riaperto al pubblico a Ponte di Campia presso i locali della ex scuola elementare di proprietà del comune di Gallicano, tornati nuovamente disponibili grazie alla gestione degli stessi con convenzione ASL, da parte dell’associazione “Filo d’Arianna”. Annalisa Lucchesi è la presidente dell’associazione, Melania Simonini, Stella Adami, Valentina Folegnani, Beatrice Giovannoli, Aida Graziani, Viviana Guagliumi, Maurizia Guerrini, Raffaella Mariani, Giulia Paolieri, fanno parte del Consiglio Direttivo. L’associazione sempre impegnata in iniziative di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne è stata presente sul territorio nella Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne con la consegna dei fiocchi bianchi e volantini
informativi. E come sempre da quel 2009 partecipa alla Fiaccolata di Gallicano con la “Fiaccolata
per Vanessa” organizzata assieme alla famiglia e all’associazione “Amici di Vanessa” per ripercorrere l’ultimo tragitto della giovane, poi si unisce alla storica Fiaccolata di Gallicano nella piazza del paese, prima della partenza ufficiale. Il legame con il Comitato fiaccolata
Valle del Serchio si fa sempre più profondo, come è giusto che sia, infatti dal 2011 il Comitato ha accolto il punto di Ascolto Donne come uno dei progetti destinatari dei loro contributi economici,
garantendo la copertura delle spese della linea telefonica. La nostra comunità è unita e coesa e riesce nell’aiuto reciproco a realizzare progetti di alto valore sociale. La neo associazione desidera ringraziare tutte le donne che hanno contribuito a realizzare il percorso di questi anni: Silvia Barattini, Marta Bonetti, Sara Bonetti, Daniela Caselli (Associazione La Luna), Ersilia Raffaelli (La casa delle donne di Viareggio), Lorella Zanardo (Il corpo delle donne) e le donne incontrate
in questi anni allo sportello.

                                                                                                                               Antonella Cassettari

lunedì 22 febbraio 2016

Ricominciare da "capo"

 
Verni, piccolo paese alpestre del Comune di Gallicano.
Anche in questo piccolo paesino c’è un giovane come tanti, che per l’arrivo della crisi economica a livello mondiale, perde il posto di lavoro per chiusura dell’azienda. Ma i giovani di montagna portano nel DNA la tenacia e la voglia di fare dei vecchi avi e non si scoraggiano mai.
Palmiro Valdrighi, proprio a lui, giovane quarantenne ho telefonato.
Dove sei? ti voglio parlare.
Sono dalle mie api in Campilato.
Aspettami che vengo a trovarti.
Eccolo, intorno alle sue arnie che controlla la situazione, anche se le temperature sono ancora buone, in Campilato il sole ormai fino a primavera non si rivedrà, quindi si assicura che tutto sia a posto per l’arrivo dell’inverno.
Gli ho fatto subito la prima domanda: Da quanto tempo fai l’apicoltore?
Da tre anni.
E prima?
Prima ho lavorato presso la KME, dopo in mobilità per un anno, e ancora con una ditta di edilizia che poi ha chiuso.
Come è nata questa scelta di allevare api?
Le api mi hanno appassionato sempre anche da ragazzo e nel momento che sono rimasto senza lavoro, ho deciso di ricominciare con loro.
Ho iniziato con poche arnie, e nel frattempo ho frequentato un corso di apicoltura che mi è servito molto; senza quello oggi non avrei potuto fare questo percorso.
E le difficoltà incontrate in questi anni, anche in considerazione che questa attività è una monocoltura e come tale è molto pericolosa se andasse male per qualche calamità o altro?
Le difficoltà ci sono tutt’ora, anzi più aumenti il numero di arnie e più pericolo c’è. Oggi possiedo circa 130 arnie, ma oltre a fare miele, riproduco nuove famiglie di api, riproduco api regine, quindi diversifico un poco la produzione, certamente non posso mai voltargli le spalle.
In primavera ed estate devo essere presente per tutti i lavori che necessitano dal mattino a sera, dal controllo della loro salute a riprendere gli sciami e alla smielatura dei vari tipi di mieli. Subito dopo le smielature comincia anche la vendita del miele, con una clientela locale e anche di fuori del nostro territorio, soprattutto per il miele di acacia e castagno che in altre parti d’Italia scarseggia.
Quest’anno ho partecipato al concorso “Piana” a Bologna, riconosciuto a livello mondiale, e ho vinto la Goccia d’oro per due tipologie di miele, la “melata” e l’acacia.
In questo concorso, a chi viene attribuito questo riconoscimento, viene inserito in un libro dei grandi mieli d’Italia, come “apicoltori virtuosi” e questo porta molte richieste anche da fuori Provincia e Regione.
Nel trattamento alle mie api applico un metodo biologico anche se non lo certifico, e ho voluto partecipare a tale concorso anche perchè fanno tutte le analisi chimiche, volevo capire come era il mio miele. Con soddisfazione è risultato tutto alla perfezione, in assenza di qualunque inquinante chimico all’interno del miele.
Cosa pensi del futuro?
Credo molto nel mio lavoro e mi piace, il miele è molto ricercato, ovviamente non devo mai abbassare la guardia e impegnarmi al massimo senza contare le ore di lavoro e migliorare per crescere ancora.
 
Ivo Poli
 
"L'Aringo - Il Giornale di Gallicano" - anno 1 numero 4, Dicembre 2015.

domenica 21 febbraio 2016

...non ne ho altri di colori

I primi tentativi nel dopoguerra di rinverdire le antiche tradizioni di Gallicano,furono rivolti soprattutto alle mitiche staffette podistiche che già si svolgevano prima della guerra. I ricordi personali mi riportano al 1956 quando partecipai ad una corsa che oggi sembrerebbe inusuale. La competizione aveva luogo al termine della processione di San Jacopo che si svolgeva nel cuore del paese, nella centralissima Via Cavour. Il viadotto della Turrite ancora non esisteva ed il percorso degli atleti si sviluppava “ad andata e ritorno”. Infatti i primi staffettisti partivano “sul ponte” imboccando via Cavour fino all’allora negozio Poli, qui il cambio del testimone: avveniva frontalmente e appena ricevuta la torcia luminosa del compagno che lo incrociava, il secondo atleta partiva in senso contrario e dando il cambio successivo sul ponte, gli ultimi staffettisti tagliavano il traguardo davanti al municipio. I cambi erano particolarmente difficoltosi perchè, con tratti così brevi, i corridori erano sempre abbastanza vicini ed i quattro in partenza andavano incontro ai quattro compagni in arrivo. Si può immaginare la confusione che si verificava,considerando che non c’erano corsie e l’illuminazione era abbastanza carente all’epoca. Personalmente ricordo di essere stato investito da un avversario alla partenza, con caduta del testimone che recuperai velocemente, soprattutto non ho mai dimenticato quando arrivai al cambio “dal Poli” in salita con uno degli avversari che, partendomi di fronte in discesa, mi stese al suolo. Una delle particolarità di allora era che non esistevano suddivisioni rionali definite e partecipavano numerosi gruppi scelti fra singole località. C’erano i rappresentanti di Via Cvour, del Colletto, del Castello, del Muretto, della Mandria, di Via Serchio e così via; tant’è vero che nella stessa serata si svolgevano le fasi elimintatorie e la finale. Negli anni successivi, almeno saltuarmente continuò la tradizione della staffetta che cambiò però sfidanti e percorsi. Dopo la realizzazione della Via della Repubblica la gara diventò più lunga ed i cambi avvennero regolarmente, trasferendosi nella parte più nuova del paese, con l’arrivo davanti a “Villa Simonini”; la sfida era però soprattutto fra Gallicano ed i paesi vicini, storici avversari. Fino a quando, alla fine degli anni sessanta, l’allora Sindaco dottor Gastone Lucchesi si fece promotore della costituzione del “Comitato per i festeggiamenti di San Jacopo”. Il Comitato, che mi volle Presidente, si impegnò in varie manifestazioni, fra cui ebbe spicco un singolare ed apprezzato concorso ippico, ma soprattutto fu ripristinata l’antica tradizione della staffetta paesana. Fu in quel periodo che si iniziò a dare un certo ordine alla suddivisione del paese in rioni, che trasse in parte ispirazione dalle antiche contrade di Gallicano. Nacquero così quasi spontaneamente, ma già con un certo spirito di sfida, la Roccaforte, la Strettoia, i Bufali e la Dinamite(diventata dopo poco tempo ilMonticello).Anche il percorso divenne quello attuale,dato che nel frattempo era stato realizzato il viadotto sul torrente Turrite.E’ divertente a questo punto ricordare come avvenne la scelta dei colori rionali: qualche giorno prima della manifestazione con altri componenti del Comitato, mi ritrovai, come succedeva frequentemente, presso l’orologeria dell’amico Gualtiero Ponziani, in piazza Vittorio Emanuele, anche lui membro del Comitato. In quell’occasione fu rilevato che i rioni non disponevano di un abbigliamento decoroso per gareggiare, così mi recai nel magazzino di Frida Simonini per reperire il necessario; servivano delle cannottiere colorate per distinguere i diversi rioni. Fu abbastanza
semplice trovare quattro magliette azzurre, quattro verdi, quattro rosse, ma poi quelle colorate erano esaurite e non rimase che prenderne quattro bianche. Tornato in piazza con le cannottiere da
assegnare, furono fatti quattro biglietti, ciascuno indicante un colore ed altrettanti con i nomi dei rioni, inseriti in due scatole e chiamato un bambino che passava davanti al negozio del Ponziani,
gli facemmo estrarre gli abbinamenti. Nessuno ha mai ricordato chi fosse questo piccolo inconsapevole bambino che ha dato il via ad un appassionato attaccamento ai colori rionali. Le manifestazioni di san Jacopo hanno iniziato però ad assumere un’altra veste ed un’altra importanza dagli inzi degli anni settanta, quando fu fondata la Proloco. Il nostro paese incominciò a vivere fasi entusiasmanti in particolare nell’ambito del folklore, nella cura dell’immagine e nel recupero delle tradizioni. Era cresciuto l’orgoglio ed il senso di appartenenza al rione, oltre al forte sentimento con cui la popolazione viveva la serata della staffetta. I rioni iniziarono fin dal giorno precedente la “Luminara” a scorazzare per il paese con stravaganti figure e sorprendenti marchingegni che esaltavano il proprio rione deridendo gli altri. A Sant’Andrea, con Giuliano Brogi, avevamo rivestito di cartone l’Ape di Roberto Biagi, dipingendola e colorandola in modo da assomigliare all’arco conosciuto come “Arco di Francesco V duca di Modena”. La realizzazione era stata appositamente eseguita in un’aia adiacente alla strada di Sant’Andrea (l’Aia del Palletta), in modo da esser vista da chiunque per stimolare la creatività degli altri rioni. Queste iniziative rionali ebbero un tale successo che spinsero la Proloco nascente a far confrontare i rioni con il loro
spirito creativo, la capacità realizzativaed il grande impegno di tantissimi che hanno portato il Palio nel suo complesso, all’attuale straordinario successo.

Pierluigi Angelini

sabato 13 febbraio 2016

L'Aringo numero 4 - versione digitale

In attesa del primo numero dell'anno 2016, postiamo per tutti la versione digitale del numero 4.
Buona lettura!

 

venerdì 12 febbraio 2016

Tracce di un mondo perduto (1a puntata)

Diario del CHELI

Nulla è più difficile che cancellare tutte le tracce del tempo passato, speso a domare la vita, rispettando le sue regole e accettando i suoi capricci.
Sono nato nel 1966 troppo tardi per vivere a pieno la vita rurale, ma in tempo per respirare gli ultimi odori di un mondo che sta scomparendo, sconfitto da una modernità che ci regala comodità in cambio del nostro tempo. Ho percepito il cambiamento della società, non sulla mia pelle, ma osservandolo mentre mi scorreva davanti, lento e inesorabile, come un cane affamato che divora il suo pasto. Ormai i bambini sono immersi nella società appena nati, subito grandi, seguono le mode e non vivono e forse non hanno più tempo per vivere l’infanzia-adolescenza come la mia.
Navigando tra i ricordi riesco a sentire ancora la campanella della scuola che annunciava l’inizio della giornata, di corsa fino a casa, un boccone e via.
Eravamo i ragazzi di Via Roma, Alessandro, Antonio, Corrado, Gabriele, Leandro, Massimiliano, Riccardo e Vincenzo, una allegra compagnia con tanta voglia di divertirsi. Il nostro luogo di ritrovo era il mio giardino, dove avevamo ricavato una piccola spiaggia che accoglieva le gare di formula uno, i giri d’Italia e all’occorrenza si trasformava in campo di battaglia per gli eserciti di soldatini.
Il nostro fornitore di giochi era il negozio del Gianni sito in Via Cavour, una posizione strategica nel paese vicino alla piazza principale, un passaggio obbligato per le mamme di ritorno dalla rosticceria, che risparmiando di cucinare un pasto dovevano pagare pegno.
La tattica era precisa, quando la mamma si avvicinava al negozio allungava il passo, era il momento di entrare in massima frenata e con uno scatto laterale inforcare la porta e salutare il Gianni, a quel punto il più era fatto.
Il titolare, mio mezzo parente ci accoglieva con un sorriso a trentadue denti, colloquiava con la mamma, mentre il bamboretto poteva dedicarsi alla scelta del giocattolo del giorno.
Il negozietto era stracolmo, soldatini di plastica, modellini di formula uno, palline con i ciclisti, giochi in scatola, armi giocattolo, c’era l’imbarazzo della scelta, e di sicuro non si usciva mai a mani vuote.
Nel corso degli anni di questi giocattoli ne abbiamo macinati diversi e del magnifico arsenale che avevo non ne è rimasto che piccole tracce, ma basta solo un soldatino ritrovato per far scattare il sorriso felice del “bimbo Riccardo”.

Continua...

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