venerdì 30 settembre 2016

Un compleanno speciale. I 105 anni della stazione Barga-Gallicano

la nuova stazione di Barga- Gallicano

Il 25 luglio 1911 è una di quelle date che senza ombra di dubbio in Garfagnana e non solamente a Gallicano si può definire storica non avendo paura di esagerare, anzi meglio ancora, oserei definirla data epocale, fondamentale e proprio per questo merita veramente di essere ricordata a pochi giorni dalla sua 105a ricorrenza.
Infatti era un afoso martedì mattina, quando proprio per la festività del patrono San Jacopo per la prima volta il treno giunse nella nuovissima stazione ferroviaria denominata Barga – Gallicano fra ali di gente festante e nel tripudio generale. Il destino e la conformazione del territorio la volle così situata nella località barghigiana di Mologno, atta a servire i due abitati, posta geograficamente, come se tutto fosse voluto a metà strada tra i due borghi da cui prende il nome.
Fu così che finalmente anche Gallicano ebbe il suo collegamento diretto con il mondo, con nuovi commerci e con le grandi città attraverso il mezzo più veloce che esisteva al tempo: il treno.
Le cronache dell'epoca dicono che un sole ridente dette il benvenuto a quel lontano martedì mattina di oltre un secolo fa, tant'è che il treno giunse puntuale in stazione alle 10:16.Lo sbuffo della locomotiva GR 290 e il suo sferragliare forte delle carrozze mandò in visibilio le centinaia di cittadini che erano venuti ad assistere allo straordinario evento.
La festa fu grande in ogni nuova stazione della valle, particolare fu la sosta nella “nostra” stazione dove le due cittadinanze di Gallicano e Barga rivali per antonomasia, quella volta si strinsero in un fraterno ed unico abbraccio, erano infatti accomunati non solo dai festeggiamenti ma purtroppo anche da ferme proteste. Da un lato la festa quel giorno fu doppia per entrambi i paesi, c'era naturalmente da celebrare l'arrivo del treno, un evento sociale senza precedenti, inoltre per le due popolazioni ricorreva anche la solennità dei Santi Patroni: San Jacopo per Gallicano e San Cristoforo per Barga.
Ma dall'altro lato quello che le univa era altresi la protesta per un adeguata e confortevole via di comunicazione per raggiungere la stazione. I gallicanesi per arrivare a prendere il treno dovevano attraversare il fiume Serchio con il barcaiolo e chiedevano la costruzione di un ponte che agevolasse il giungere in Mologno.
Il ponte però fu costruito solamente nel 1923, ben dodici anni dopo da quel gioioso giorno e fu soprannominato ironicamente “il ponte dei sospiri” (da tanto che fu bramato), oggi è ancora lì ed è semplicemente conosciuto come il Ponte di Gallicano. I barghigiani dal canto suo avevano il solito tipo di problema, raggiungere agevolmente e nel più breve tempo possibile la stazione e per questo tennero una veemente manifestazione per accelerare la costruenda strada del Piangrande.
Importante fu anche la fermata a Castelvecchio, dove purtroppo mancava un illustre partecipante, quel Giovanni Pascoli forse assente per polemiche e dissidi con l'amministrazione comunale di Barga per mere questioni politiche. Castelnuovo invece era imbandierata a festa, da tutta la Garfagnana era accorsi per vedere il treno, la festa prosegui in un memorabile ballo in maschera che si tenne in uno splendente teatro Alfieri. Ma quante tribolazioni! Quanti scontri! Quanto penare per poter inaugurare quella benedetta tratta ferroviaria che da Fornoli portava a Castelnuovo. Raccontiamo brevemente allora come si arrivò a questo sognato 25 luglio 1911. Prima di quel giorno il treno arrivava solamente fino a Fornoli, la ferrovia era già li dal 1898, la Garfagnana era invece stata dimenticata da tutti, eravamo considerati una terra di nessuno.
Dopo l'unità d'Italia fummo annessi alla provincia di Massa e li abbandonati, ogni promessa e ogni progetto cadeva come foglia morta, per fortuna però c'erano ancora persone che credevano in una rivalsa della valle: sindaci, giornalisti illustri e personalità influentii della zona iniziarono una battaglia per la Garfagnana e il suo futuro che poteva passare solo attraverso la cosiddetta vie ferrata. Nel 1892 all'ennesimo rifiuto dello stato per avere finanziamenti sulla ferrovia ci fu la prima protesta, il tipografo Agostino Rosa percorse le vie di Castelnuovo in un corteo dove capeggiava il motto"Abbasso il governo della lesina (n.d.r: spilorcio)" questo creò molti problemi a Rosa, ma la politica fatta al tempo da uomini veri non lo abbandonò e scese nuovamente in piazza insieme a lui in un dibattito pubblico contro il governo centrale. Venne così poi anche il 9 dicembre 1894, l'anno della svolta e della consapevolezza perchè Lucca accolse fra le sue braccia migliaia di garfagnini che sfilarono per le vie della città, fu un abbraccio politico e culturale dove la stessa Lucca appoggiò in tutto e per tutto la Garfagnana. Il nuovo secolo in compenso non portò a niente di buono, le lotte si fecero più aspre e dure, però si raggiunse un importante unità d'intenti, un'alleanza fra Barga, Gallicano e Castelnuovo, che ebbe il suo apice in un incontro pubblico nel capoluogo garfagnino il 9 settembre 1900. Ma ancora il governo di Roma non sentiva storie e non faceva un bel niente.
Nel 1904 per tutta risposta i sindaci della Valle del Serchio riuniti nella Rocca Ariostesca minacciarono in toto le dimissioni se qualcosa non si fosse mosso per la sospirata ferrovia e finalmente uno spiraglio si aprì. Il ministero concedette alcune aperture, ma poi come è nella mala consuetudine della politica il parlamento si rimangiò ogni promessa e peggio ancora ventilò la sospensione definitiva di ogni lavoro. Fu la goccia che fece traboccare il vaso, il pandemonio totale, giorni come questi pochi se ne ricordano nella valle, scoppiò la protesta in tutta la sua violenza. Centinaia di cittadini scesero in piazza creando non pochi problemi e disagi.
Le manifestazioni si fecero dure, i giornali dell'epoca riferivano di un forte aumento delle tensioni, da Lucca fu inviato perfino l'esercito, uno squadrone del XVI Reggimento di Cavalleria Reale invase letteralmente la valle per sopprime le rivolte, presidiare la zona e dar man forte ai Carabinieri.
A Camporgiano una manifestazione non autorizzata fu dispersa con l'aiuto della cavalleria stessa, decine furono gli arrestati fra questi addirittura Leonardo Mordini, figlio dell'esimio garibaldino di Barga che fu rilasciato nell'imbarazzo generale. La situazione era arrivata a un momento che doveva trovare una soluzione sola, la Garfagnana e la Valle del Serchio tenevano troppo alla loro ferrovia e in nessun modo vi avrebbero rinunciato.
Anche a Roma capirono che finalmente era arrivato il momento di desistere. Le notizie delle sommosse popolari in Garfagnana giunsero in sede parlamentare e furono così trovati magicamente i fondi per portare almeno fino a Castelnuovo Garfagnana la linea ferroviaria. Si concluse così un epica storia d'altri tempi, si assistette in quegli anni alla costruzione del futuro di una terra che chiedeva attenzione per i propri figli.La Garfagnana non voleva essere emarginata e dimenticata e fu solo grazie all'amore, alla passione e alle dedizione di tante persone che una valle intera raggiunse, seppur tra mille fatiche e patimenti il suo scopo.
 
Paolo Marzi

L'Aringo dona ancora una nuova teca per defibrillatore agli amici di Cardoso

 
Ancora una volta l'Associazione culturale L'Aringo si dimostra più che sensibile  al bene della comunità e dopo aver donato a marzo 2016 la teca per il defibrillatore al paese di Gallicano situato all'esterno della palestra comunale, ha creduto di ripetersi donando ancora una teca agli amici di Cardoso.
Il 24 settembre il nostro presidente Antonella Cassettari, insieme al sindaco Saisi e ai vari rappresentanti ha presenziato all'inaugurazione. Si ricorda che i defibrillatori sono donati dall'Associazione "Amici del Cuore".

mercoledì 28 settembre 2016

L'Associazione culturale L'Aringo, Tra Righe Libri e il Comune di Gallicano sono lieti di presentarvi il Premio letterario "Essere donna oggi".

 
GALLICANO 7-8 OTTOBRE

La prima edizione del Premio Letterario "Essere Donna Oggi", organizzato dall’amministrazione comunale di Gallicano, in collaborazione con Tra le righe libri e il giornale L’ARINGO presenta la cinquina finale che si contenderà il primo premio : 
Ali spezzate di Paolo Miggiano (Di Girolamo), Il commercio di angeli rosa di Dalida Speziga (Miotti), Una volta l’estate di Ilaria Palomba e Luigi Annibaldi (Meridiano Zero), Quattro alberi di Magnolia di Rita Pani (EpiKa), Emma e i suoi figli di Simonetta Simonetti (Tra le righe), La cura dell’attesa di Maria Pia Romano (Lupo).
Nel pomeriggio del sabato verranno, insieme al primo premio, consegnati anche il Premio “L’Aringo” – il giornale di Gallicano –, il Premio del “Centro di ascolto” a cura dell’associazione “Non ti scordar di te” e il Premio “Vanessa” dedicata a Vanessa Simonini vittima di femminicidio la sera del 7 dicembre del 2009.
Tra gli ospiti Giuliana Sgrena, Alessia Sorgato, Normanna Albertini e Massimo Ceresa.



venerdì 23 settembre 2016

DONNE, imprenditrici agricole

 
Fino a pochi decenni orsono le aziende agricole erano sempre state gestite da conduttori uomini, mentre le donne avevano solo un ruolo marginale, anche se, oltre ad accudire la casa e la famiglia, coadiuvavano nell’azienda in prima persona..
Oggi invece le donne si sono ritagliate un ruolo primario nel mondo rurale, uno dei pochi, ma di grande importanza di cambiamento e innovazione, infatti è proprio la presenza femminile che risalta nella gestione delle aziende agricole. E anche nel nostro comune abbiamo una bella testimonianza di imprenditrice in agricoltura, specializzata nel settore acquicoltura e ristorazione: Anna Lorenzi, una giovane che, insieme a una sorella e due fratelli, gestisce l’azienda di allevamento trote “La Jara”, lasciatagli dal padre, che aveva iniziato questa attività nel 1982. Anna, sposata con tre figli, residente nella frazione di Perpoli, ogni mattina si reca presso l’allevamento ittico in loc. Crocette in Comune di Gallicano. Lei e un fratello, oltre ad allevare trote, gestiscono un agriturismo, poco distante dall’azienda, proprio vicino all’antico Eremo di Calomini.
Il loro lavoro consiste principalmente nell’allevare trote per la vendita, ma vengono anche consumate nel ristorantino tipico del loro agriturismo. Inoltre allevano polli, galline da uova, anatre e oche. Nel ricco menù dell’agriturismo i piatti serviti sono tutti a chilometro zero, perché preparati con i loro prodotti aziendali. Inoltre, insieme all’altro fratello e sorella, che gestiscono l’altra metà dell’allevamento trote, hanno un laboratorio di trasformazione del prodotto: filetto di trota e filetto di trota affumicata.
Un vanto imprenditoriale visto che, pur avendo una piccola produzione, è l’unica azienda dell’ Italia Centro sud che produce filetti di trota affumicata. E anche queste prelibatezze si ritrovano nei vari piatti del ristorante come antipasti, primi e secondi, insieme alla antica, tradizionale e gustosa ricetta della trota marinata di Gallicano.
Particolare importanza e attenzione nella società odierna si meritano le caratteristiche organolettiche delle trote allevate nella Valle del Serchio. I nostri allevamenti di trote sono alimentati da acque pure e molto ossigenate dai torrenti di montagna con grandi sbalzi di temperature fra inverno ed estate, rispetto ai grandi allevamenti ittici del Veneto e del Lazio che hanno acque sorgive con temperature sempre costanti e tutto ciò comporta che per  produrre una trota di pezzatura commerciale che si aggira su tre-quattro etti di peso occorre un anno di tempo, mentre nei grandi allevamenti riescono ad ottenere lo stesso risutlato in circa sei mesi.
Questa diversità è data dal fattoche l’acqua dei nostri torrenti in inverno raggiunge temperature al di sotto degli otto gradi e con quelle temperature le trote non si alimentano. Inoltre i nostri allevamenti ittici della valle del Serchio, come pure i torrenti, sono immuni da due virosi che colpiscono le trote, la Setticemia emorragica (SEV) e Necrosi Pancreatica infettiva (NPI), meritandosi la certificazione europea di “zona indenne dalle malattie della trota (decisione n°2003/458/CE)”. Un riconoscimento che solo poche aree in Europa possono vantare. Tutto questo rende le trote, allevate nei nostri torrenti, eccellenti da tutti i punti di vista, sia sanitari che organolettici, portando beneficio salutistico nella nostra alimentazione, proprio perché sono pesci che vivono solo in acque incontaminate, prive diogni forma di inquinamento. La nostra trota contiene un basso contenuto di colesterolo e le sue carni sono indicate nell’alimentazione dei bambini.
Ma nonostante l’eccellente prodotto non mancano le difficoltà per gli allevatori. Ad oggi infatti, alcuni allevamenti ittici di trote in Garfagnana hanno cessato, e altri hanno ridotto la loro attività, a causa della calamità di forti piogge del 2013. Ci furono inondazioni, frane con conseguente riempimento delle vasche di terra e sassi portati dalla piena.
Anche l’allevamento ittico di Anna Lorenzi e fratelli fu fortemente danneggiato da questo evento calamitoso: la frana a monte del canale Ruffa, oltre a riempire le vasche da fango e detriti, non portò più acqua a sufficienza, causando la morte di tutte le trote in allevamento, compreso circa trenta quintali di trote adulte da riproduzione. Ancora oggi l’allevamento produce metà prodotto rispetto a prima dell’evento calamitoso 2013.
La sola speranza, come promesso da enti preposti, è il ripristino della frana sul torrente Ruffa, in modo da riavere acqua a sufficienza per le vasche a tutt’oggi vuote e poter finalmente riprendere a pieno l’attività.

 Ivo Poli

venerdì 9 settembre 2016

L'Aringo numero 6 - versione digitale

In attesa del numero di settembre 2016, postiamo per tutti la versione digitale del numero 6. Buona lettura!