Piero Toti era un baldo giovane di Turritecava
che nel 1939, alla tenera età di
dodici anni, lavorava come barcaiolo
trasportando le persone da Turritecava
a Ponte all’Ania.
Nel 1941 le due
sponde furono collegate da un ponte
in cemento e, complice una piena che
spazzò via la piccola barca, Piero decise
di andare a lavorare alla SMI. Dopo circa
tre anni i tedeschi presero la dirigenza
dello stabilimento e i più giovani furono
spediti a lavorare pesantemente in
Pianse. Pierino resistette poco a quel
trattamento e un giorno decise di fuggire;
scappò gambe levate in un burrone
dormendo sopra rocce e sprocchi.
Finita la guerra aiutò l’esercito a bonificare
la zona dalle bombe e lavorò per i
soldati americani. La svolta della vita di
Piero arrivò tramite un suo parente che
lo fece andare a lavorare alla Croce di
Malta, uno dei migliori alberghi di Lido
di Camaiore, come tuttofare.
Da Lido di
Camaiore andò a Firenze in un albergo
della stessa proprietà, continuando a lavorare
senza sosta. Nel 1951 la decisione
più importante della sua vita: vado
in Australia. Un viaggio lunghissimo in
nave, un mese, partendo da Genova e
attraversando il Canale di Suez con una
sola sosta per scaricare tonnellate di
patate che il Papa aveva inviato ai bisognosi.
La nave, enorme, era dell’esercito
americano che finita la guerra aveva lasciato
in Italia; faceva parte della Flotta
Lauro e il suo nome italianizzato era
“Siurrento”, anche se molti la chiamavano
“Sorrento”. In Australia Pierino aveva
sua sorella che lo aspettava e tutti e
due abitavano in una pensione, visto
che in quel periodo non c’erano assai
case per tutti. Il primo lavoro che riuscì
a trovare fu in una fabbrica di mille
operai che produceva macchinari agricoli.
Essendoci molto lavoro si poteva
facilmente cambiare aria e Pierino finì a
lavorare per la General Motors, ma, non
amando troppo stare al chiuso, iniziò
a cercare un’altra ditta che potesse assumerlo.
La possibilità arrivò con la MP
Petrolio Installation, una compagnia
legata alla Shell che poteva veramente
dare la sicurezza e la stabilità, oltre ad
un buon stipendio; Piero provò a fare
domanda, con il suo inglese stentato,
credendoci poco, ma in fondo non
aveva molto da perdere. La sua tenacia
fu premiata e la MP Petrolio Installation
lo assunse per costruire e fare manutenzione
delle stazioni di rifornimento.
Il carattere e la continua ricerca di migliorarsi
però non tardarono ad emergere,
ed anche in questo caso non si
accontentò ma decise di mettersi in
proprio distribuendo macchine da divertimento.
Il successo in questo campo
gli ha permesso di arrivare ad una
tranquilla pensione tra l’amore di sua
moglie, dei suoi figli e delle nipoti. A
questo punto facciamo un salto temporale
e torniamo in Italia, esattamente
nel dopoguerra. Liliana Agostini era
una bella ragazza di quindici anni che
un giorno dell’immediato dopoguerra,
seduta sul muretto del paese, osservava
una carovana di “zingari” che provenivano
dalla Jugoslavia; i loro colorati
vestiti e i particolari carri avevano attratto
l’attenzione della giovane Liliana.
Tutto ad un tratto, voltandosi, notò un
giovane con l’uniforme americana che
scendeva le scale e scoccò immediatamente
la scintilla dell’amore; il fiero
giovanotto era proprio il nostro Pierino.
Liliana all’età di quindici anni lavorava
al Palagi e studiava per poter prendere
la licenza media; cuciva e studiava a
giornate.
Gli sforzi furono ripagati e la
giovane Liliana riuscì ad andare nella
città di Pisa per un corso di infermiera;
superati brillantemente gli studi, lavorò
per un paio di anni all’ospedale di Pisa.
Nel frattempo i due innamorati separati
da 30 giorni di nave non si erano certo
abbandonati, e galeotte furono le lettere
che Piero scriveva a Liliana. Tra una
lettera e l’altra Liliana prese la decisione
della vita; vado in Australia. Era il 1960 e
la bella Liliana fece i bagagli e si imbarcò
a Genova con rotta Australia; trenta
lunghissimi giorni di nave con sosta in
Africa. Il 23 aprile 1960 Pierino e Liliana
convogliarono a nozze, coronando così
il loro sogno d’amore nato nel piccolo
paesino di Turritecava. Dal matrimonio
e dall’amore di Pierino e Liliana sono
nati Roberto e Tania, che a sua volta si
sono sposati con Kelly e Michael. Il cerchio
della vita si è chiuso con quattro
splendide nipotine: Gabriella, Elise, Danielle
e Lauren.
Tra le tante avventure
e disavventure che Pierino racconta,
risalta un piccolo aneddoto tutto italiano
che racchiude il nostro spirito di
adattamento all’estero. Nel porto aveva
attraccato una nave di immigrati italiani,
molti dei quali della bassa Italia, e
mentre attendevano le pratiche burocratiche
parlavano urlando con i familiari
che li attendevano sulla banchina.
“Com’è l’Australia” - urlavano dalla nave
- “Bellissima” - rispondevano dalla terra
ferma. “Ma con l’inglese, come si fa, è
difficile?”. “Difficile?” - rispondevano i familiari
– “è facile impararlo, tutto al contrario”.
“Le strade sono grandi come le
nostre piazze e le chiamano Strit (street
in inglese si pronuncia strit), i pullman
sono a due piani, altissimi e li chiamano
Bas (bus in inglese si pronuncia bas)”.
Nel 1969 a Melbourne è stato aperto
uno splendido Toscana Club, il nostro
Pierino è uno dei soci fondatori.
P.S. la nave Surriento fu acquistata nel
1949 dalla Soc. americana Grace Line e
cambiò il suo nome in Surriento (ex-
Barnett, ex-Santa Maria). Si trattava di
un residuato bellico danneggiato in
chiglia durante lo sbarco degli Alleati
in Sicilia.
Simone Alex Sartini