mercoledì 30 settembre 2015

Gallicanesi nel Mondo: Piero e Liliana

Piero Toti era un baldo giovane di Turritecava che nel 1939, alla tenera età di dodici anni, lavorava come barcaiolo trasportando le persone da Turritecava a Ponte all’Ania.
Nel 1941 le due sponde furono collegate da un ponte in cemento e, complice una piena che spazzò via la piccola barca, Piero decise di andare a lavorare alla SMI. Dopo circa tre anni i tedeschi presero la dirigenza dello stabilimento e i più giovani furono spediti a lavorare pesantemente in Pianse. Pierino resistette poco a quel trattamento e un giorno decise di fuggire; scappò gambe levate in un burrone dormendo sopra rocce e sprocchi. Finita la guerra aiutò l’esercito a bonificare la zona dalle bombe e lavorò per i soldati americani. La svolta della vita di Piero arrivò tramite un suo parente che lo fece andare a lavorare alla Croce di Malta, uno dei migliori alberghi di Lido di Camaiore, come tuttofare.
Da Lido di Camaiore andò a Firenze in un albergo della stessa proprietà, continuando a lavorare senza sosta. Nel 1951 la decisione più importante della sua vita: vado in Australia. Un viaggio lunghissimo in nave, un mese, partendo da Genova e attraversando il Canale di Suez con una sola sosta per scaricare tonnellate di patate che il Papa aveva inviato ai bisognosi. La nave, enorme, era dell’esercito americano che finita la guerra aveva lasciato in Italia; faceva parte della Flotta Lauro e il suo nome italianizzato era “Siurrento”, anche se molti la chiamavano “Sorrento”. In Australia Pierino aveva sua sorella che lo aspettava e tutti e due abitavano in una pensione, visto che in quel periodo non c’erano assai case per tutti. Il primo lavoro che riuscì a trovare fu in una fabbrica di mille operai che produceva macchinari agricoli. Essendoci molto lavoro si poteva facilmente cambiare aria e Pierino finì a lavorare per la General Motors, ma, non amando troppo stare al chiuso, iniziò a cercare un’altra ditta che potesse assumerlo.
La possibilità arrivò con la MP Petrolio Installation, una compagnia legata alla Shell che poteva veramente dare la sicurezza e la stabilità, oltre ad un buon stipendio; Piero provò a fare domanda, con il suo inglese stentato, credendoci poco, ma in fondo non aveva molto da perdere. La sua tenacia fu premiata e la MP Petrolio Installation lo assunse per costruire e fare manutenzione delle stazioni di rifornimento. Il carattere e la continua ricerca di migliorarsi però non tardarono ad emergere, ed anche in questo caso non si accontentò ma decise di mettersi in proprio distribuendo macchine da divertimento. Il successo in questo campo gli ha permesso di arrivare ad una tranquilla pensione tra l’amore di sua moglie, dei suoi figli e delle nipoti. A questo punto facciamo un salto temporale e torniamo in Italia, esattamente nel dopoguerra. Liliana Agostini era una bella ragazza di quindici anni che un giorno dell’immediato dopoguerra, seduta sul muretto del paese, osservava una carovana di “zingari” che provenivano dalla Jugoslavia; i loro colorati vestiti e i particolari carri avevano attratto l’attenzione della giovane Liliana. Tutto ad un tratto, voltandosi, notò un giovane con l’uniforme americana che scendeva le scale e scoccò immediatamente la scintilla dell’amore; il fiero giovanotto era proprio il nostro Pierino. Liliana all’età di quindici anni lavorava al Palagi e studiava per poter prendere la licenza media; cuciva e studiava a giornate.
Gli sforzi furono ripagati e la giovane Liliana riuscì ad andare nella città di Pisa per un corso di infermiera; superati brillantemente gli studi, lavorò per un paio di anni all’ospedale di Pisa. Nel frattempo i due innamorati separati da 30 giorni di nave non si erano certo abbandonati, e galeotte furono le lettere che Piero scriveva a Liliana. Tra una lettera e l’altra Liliana prese la decisione della vita; vado in Australia. Era il 1960 e la bella Liliana fece i bagagli e si imbarcò a Genova con rotta Australia; trenta lunghissimi giorni di nave con sosta in Africa. Il 23 aprile 1960 Pierino e Liliana convogliarono a nozze, coronando così il loro sogno d’amore nato nel piccolo paesino di Turritecava. Dal matrimonio e dall’amore di Pierino e Liliana sono nati Roberto e Tania, che a sua volta si sono sposati con Kelly e Michael. Il cerchio della vita si è chiuso con quattro splendide nipotine: Gabriella, Elise, Danielle e Lauren.
Tra le tante avventure e disavventure che Pierino racconta, risalta un piccolo aneddoto tutto italiano che racchiude il nostro spirito di adattamento all’estero. Nel porto aveva attraccato una nave di immigrati italiani, molti dei quali della bassa Italia, e mentre attendevano le pratiche burocratiche parlavano urlando con i familiari che li attendevano sulla banchina. “Com’è l’Australia” - urlavano dalla nave - “Bellissima” - rispondevano dalla terra ferma. “Ma con l’inglese, come si fa, è difficile?”. “Difficile?” - rispondevano i familiari – “è facile impararlo, tutto al contrario”. “Le strade sono grandi come le nostre piazze e le chiamano Strit (street in inglese si pronuncia strit), i pullman sono a due piani, altissimi e li chiamano Bas (bus in inglese si pronuncia bas)”.
Nel 1969 a Melbourne è stato aperto uno splendido Toscana Club, il nostro Pierino è uno dei soci fondatori.
P.S. la nave Surriento fu acquistata nel 1949 dalla Soc. americana Grace Line e cambiò il suo nome in Surriento (ex- Barnett, ex-Santa Maria). Si trattava di un residuato bellico danneggiato in chiglia durante lo sbarco degli Alleati in Sicilia.
 
Simone Alex Sartini
 
"L'Aringo - Il Giornale di Gallicano" - anno 1 numero 1 maggio 2015

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